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Ogni anno cresce la consapevolezza generale rispetto la sostenibilità, infatti vi è stato un cambiamento nell’atteggiamento dei consumatori verso il riciclaggio di beni di seconda mano che sta avendo un impatto notevole nell’industria della moda. L’acquisto, la rivendita e il noleggio di capi vintage, rappresenterebbe l’occasione per il settore, per rispettare i propri impegni di sostenibilità. 

Tracy Diane Cassidy, docente di previsione delle tendenze e fashion marketing presso l’Università di Huddersfield, ha spiegato che “l’attuale clima economico sembra aver contribuito alla tendenza all’acquisizione e al riutilizzo di abbigliamento vintage, accessori e prodotti per la casa, in particolare tra i giovani consumatori”. Cassidy ha inoltre sottolineato che la diffusione del vintage è legata al cambiamento generale dei valori, all’inserimento di ispirazioni vintage negli attuali design stilistici e in nelle mode di diversi settori. Fattore determinante è la crescente preoccupazione dei consumatori per le cause ambientali, che ha spinto il mondo del fashion a trovare soluzioni sostenibili il prima possibile.

A tal riguardo, però, i propositi fatti dai grandi conglomerati del lusso sono ancora in fase preliminare e non davvero attuabili nel mercato della moda. Questi obiettivi rimangono necessari e importanti da coltivare, il potere istantaneo dell’economia circolare è già a portata di mano, e quindi una risorsa potente per avere un impatto reale. 

Secondo il Fashion Resale Market Report, il mercato dell’usato raggiungerà al in circa 64 miliardi di dollari nel 2028, con il settore della rivendita a guidare questa crescita. SI prevede una crescita dell’usato di 1,5 volte la dimensione della moda entro il 2028.